ROSCIGNO: TRA FRANE ED ALLUVIONI

Non c’è pace per il piccolo Roscigno, comune italiano della provincia di Salerno in Campania. La storia si ripete e come tema tragico ha sempre lo stesso, quello del dissesto idrogeologico. Frane, alluvioni e smottamenti continuano a rovinare uno dei paesi più belli del parco del Cilento.

“Roscigno è stato riedificato per tre volte a causa delle frane (intorno al 1600, intorno al 1700 e ultimo trasferimento agli inizi del 1900).”

Cosi cita Wikipedia e, forse, alla grande enciclopedia online bisognerà aggiungere un ulteriore data, quella del 2010. Un’altra frana, infatti, si è aggiunta al già allarmante quadro di instabilità nel Cilento. A Roscigno, in particolare, è stato necessario chiudere la strada provinciale 342 che porta a Corleto Monforte e nel Vallo di Diano per uno smottamento che l’ha resa impraticabile. Ma andiamo con ordine..

3 dicembre 2010 LA FRANA

2 km di terreno si sgretolano a Roscigno. L’Area interessata parte dalle pendici del Monte Pruno sino alle sponde del fiume Sammaro. Da subito viene chiusa la S.P. 342 che collega Roscigno a Corleto Monforte e al Vallo di Diano. La frana, proseguita poi sino alla strada comunale Molinello-San Felice, costringe all’ evacuazione un’ abitazione sita in località Sant’Andrea . Un problema mai risolto, un pericolo mai annullato, la storia della frana non sembra concludersi. Il pericolo più grande resta, comunque, il collegamento tra i vari paesi e in agguato costante c’è l’incubo isolamento. Tutte le strade sono chiuse totalmente o parzialmente.

6 dicembre 2010 CONTINUA IL PERICOLO

La situazione diventa “allarmante”. La frana continua il suo percorso causata anche dalla distribuzione di pioggia che nel mese di novembre è stata pressoché continua. Sono circa 100 i fenomeni franosi lungo le strade Anas e 250 quelli lungo le strade provinciali. Da una prima stima per intervenire servono 30 milioni di euro. Resta, dunque, alto l’allarme mentre viene trovata acqua anche a valle del paese. La fuoriuscita di acqua torbida dalla centrale idroelettrica ubicata nella culla di Roscigno lascia pensare che lo smottamento abbia investito anche sorgenti liquide sotterranee. Risulta, dunque, coinvolto un tratto di circa 5 km di terreno, distante peraltro poche centinaia di metri dall’ingresso del paese.

9 dicembre 2010 (Mattina) STATO D’ EMERGENZA

Il consiglio comunale straordinario di Roscigno guidato dal sindaco Luca Iannuzzi e dal vicesindaco Benito Resciniti, delibera la richiesta dello stato di calamità naturale per i territori colpiti dal movimento franoso.
Tale atto si è reso necessario in considerazione delle dimensioni del fronte interessato dagli smottamenti. La parola ora, dunque, passa al Consiglio dei ministri che, salvo sorprese, dovrebbe decretare lo stato d’emergenza.

9 dicembre 2010 (Pomeriggio) CANCELLATO UN VERSANTE

A distanza di sette giorni dall’inizio dello scivolamento del terreno, due località di Roscigno, Sant’Andrea e Molinello, non esistono più. A complicare un quadro già apocalittico, la presenza notevole di acqua chiara.

Nel sottosuolo, infatti, scorre il torrente Ripiti che confluisce nel Sammaro e sfocia come subaffluente nel Calore. Un percorso delle acque che ha origine nel Comune di Corleto Monforte e che attraversa Roscigno e Sacco. Il fronte franoso è di 541 metri. A questo va sommato lo scivolamento verticale e orizzontale che, nel giro di una settimana, è arrivato ad essere di 35 metri circa. Essendo un terreno sostanzialmente argilloso, è presente anche il fenomeno di ribaltamento che aggrava ancor di più il bilancio.

12 dicembre 2010 I DANNI DELLA FRANA

Nella sfortuna, la fortuna ha voluto che il fronte disti dal centro abitato di 300 metri circa. L’unica abitazione presente in località Sant’Andrea, e di proprietà della famiglia Malzone, è stata evacuata immediatamente. I danni maggiori si sono avuti alle stalle e alle coltivazioni, le principali attività dei Roscignoli. Lo stato di calamità naturale ad oggi è delimitato alla sola area sottoposta alla frana. Il geologo che ha assistito al sopralluogo, ha rassicurato sul fatto che il centro abitato non verrà interessato dal movimento franoso. Il dato interessante è riscontrabile leggendo le carte dell’autorità di bacino e cioè quelle deputate alla classificazione dei territori in base al rischio idrogeologico. L’intera area di Molinello e Sant’Andrea è catalogata «R2» e cioè con un bassissimo indice di rischio. Ragion per cui sarebbe stato difficile per chiunque prevedere un tale scenario.

13 Dicembre 2010 INTERVENTI A TAMPONE

Poco e nulla si può fare tecnicamente per risolvere da subito la problematica. L’unico lavoro di alleggerimento è rappresentato dal convogliare le acque chiare presenti in quantità eccessiva sul territorio e destinarle altrove. Un intervento studiato dai tecnici del Comune e avallato dall’assessore Cosenza. È iniziato, nel frattempo, il monitoraggio h24 del fronte franoso. L’agenzia Arcadis, per conto della regione Campania, si occuperà di analizzare l’area. L’unica certezza è che dopo tale frana cambierà la cartografia e lo scenario del territorio del paese. Il sindaco Iannuzzi ha già chiarito che non sarà possibile ripristinare la strada cancellata in località Molinello. Solo all’indomani del termine dell’emergenza, potrà essere studiato un percorso alternativo. Il primo bilancio fatto dei danni è di circa tre milioni di euro ma risale al due dicembre scorso. Nel giro di pochi giorni e con la frana che continua costante a smembrare il suolo, la cifra è destinata a moltiplicarsi.

29 gennaio 2011 QUALE FUTURO?

Il tempo trascorso è servito per riorganizzare e riflettere sui vari interventi da attuare. In paese i cittadini e le varie associazioni allarmati continuano ad organizzare ripetutamente “comitati” per studiare piani strategici per risolvere il problema. L’amministrazione comunale nei limiti delle sue possibilità si sta adoperando per dare risposte concrete e soddisfacenti ai cittadini. Non è facile data la gravissima situazione, ci vogliono tempo e risorse ma soprattutto ci vuole unione di intenti fra tutte le forze. Non solo Roscigno grava in questa situazione, molti paesi limitrofi sono a rischio frana. Il rischio per queste stupende zone è quello di essere abbandonate e isolate a se stessi.

Chiudiamo con una citazione presa sempre da Wikipedia.

Il dottore Lucido Di Stefano nei suoi “discorsi storici sulla valle di Fasanella” descrivendo Roscigno scriveva:
”…Fu Ella malamente situata in terra non stabile per esser un masso di Creta, e per dapertutto sgorgare acqua, avendo ne’ lati de Torrenti, che rodono il terreno, oltre un altro, che passa per mezzo dell’Abitazione; ond’è, che in tempo di està dissecandosi l’acqua, e restringendsi il terreno cretoso, le mura dell’edifizi delle Case si aprono facendo delle gravi lesioni, ed aperture con pericolo di rovinarsi, siccome molti ne sono rovinati, senza esservi Casa, che non patisca tale difetto, stando in gran pericolo l’Abitatori allorche soffiano l’Aquiloni, gli Scilocchi….”.

Che sia veramente cosi…?

FONTI UTILIZZATE:

Corriere del mezzogiorno.it

La Città di Salerno.com

Matinella.it

Cilento notizie.it